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"Dio salvi il Texas" è un viaggio nel più controverso degli stati americani, il cuore della Trumpland, che non elegge un politico democratico da oltre vent'anni. Con ironia e quella familiarità a tratti aspra di chi è di casa, il "texano" Lawrence Wright, giornalista del New Yorker e autore premiato con il Pulitzer per "Le altissime torri", ci racconta come è cambiato il Texas, che oggi somiglia molto all'America che Donald Trump vorrebbe creare, e ci fa pensare a come saranno domani non soltanto i texani, ma tutti gli americani. Il Texas è uno stato in cui le minoranze sono già maggioranza, le città sono già liberal oltre che tra le più multiculturali degli Stati Uniti, il petrolio domina e condiziona l'economia. Ma è anche uno stato che si batte ad armi pari con la California in settori all'avanguardia come quello tecnologico, caratterizzato da un modello economico con poche tasse e scarsa regolamentazione, che ha prodotto una crescita straordinaria, ma anche enormi disuguaglianze. Un po' memoir, un po' saggio e un po' reportage, "Dio salvi il Texas" ci porta al centro dei dibattiti più importanti di questi anni, come quello sul controllo delle armi e sul muro con il Messico